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INGRESSO E SOGGIORNO IN RUSSIA (agg. al 08/12/2021)

AGGIORNAMENTO!

TAMPONE. I passeggeri provenienti dall’estero devono presentare un certificato di negatività al COVID-19 (in russo o in inglese) risultante da test (tampone molecolare) effettuato non più di 48 ore (in precedenza 72 ore) prima dell’atterraggio o dell’ingresso in Russia.

QUARANTENA. Non vi è obbligo di quarantena per gli stranieri in ingresso nella Federazione.

 

 

Con l’entrata in vigore del decreto del Governo n. 1745 del 28 giugno 2021, è stata ripristinata la possibilità per i cittadini italiani di entrare nella Federazione Russa esclusivamente con voli aerei diretti dall’Italia o da paesi con cui la Russia ha riaperto i voli. I cittadini italiani NON possono entrare nella Federazione con voli provenienti da Polonia, Romania, Estonia, Lettonia, Lituania.

Attenzione: ai cittadini italiani provenienti da voli con scalo in Polonia, Romania, Estonia, Lettonia e Lituania non viene consentito l’ingresso presso l’Aeroporto di San Pietroburgo.

L’ingresso per via aerea è consentito in linea di principio solo con volo diretto dall’Italia o da Paesi con cui la Russia ha formalmente riaperto i voli di linea o da paesi con cui la Russia ha riaperto i voli.

Una lista di tali Paesi è stata pubblicata in lingua russa sul sito del Ministero degli Affari Esteri e un’altra in lingua inglese dall’Agenzia federale russa per il turismo in inglese.

Si sconsiglia per il momento ai cittadini italiani di fare ingresso nel territorio della circoscrizione consolare di San Pietroburgo anche tramite i valichi di frontiera terrestri – Estonia, Lettonia e Finlandia (attraverso la Bielorussia non è comunque possibile) – nonostante l’Ordinanza del Governo russo n. 635-r del 16 marzo 2020 (link al testo ufficiale e a una traduzione sintetica non ufficiale) lo consentirebbe ad alcune categorie, tra cui diplomatici, titolari di permessi di soggiorno di lunga durata (вид на жительство), lavoratori e docenti universitari (solo se adeguatamente notificati alle Autorità russe dai rispettivi datori di lavoro), i lavoratori “altamente specializzati” (VKS) segnalati dal loro datore di lavoro con sede in Russia e i loro familiari, autotrasportatori, familiari di cittadini russi, cure mediche, assistenza sanitaria, parenti di cittadini deceduti o malati, titolari in base alla normativa russa di diritto al ricongiungimento familiare.

A chi, potendo dimostrare di appartenere a tali categorie, abbia assoluta esigenza di entrare per via terrestre o per via aerea con scalo in un Paese terzo, si raccomanda, prima di mettersi in viaggio, di rivolgersi comunque alle competenti rappresentanze diplomatiche o consolari russe in Italia per ottenere rassicurazioni ed eventuali norme di condotta nel caso in cui le autorità di frontiera negassero loro l’ingresso, in quanto in tale circostanza questo Consolato Generale si ritroverebbe nell’impossibilità pratica di intervenire con tempestività ed efficacia.

Ai cittadini italiani muniti di un visto in corso di validità e a coloro che hanno intenzione di chiedere un nuovo visto di ingresso, si raccomanda di rivolgersi comunque per maggiori dettagli sulle modalità di ingresso agli uffici consolari russi in Italia mediante le consuete procedure.

Ulteriori informazioni sono disponibili ai seguenti link:

 

Si ricorda inoltre che le vigenti normative anti-Covid prevedono ancora i seguenti adempimenti:

  1. prima di partire è necessario procurarsi un certificato in lingua inglese o russa di un laboratorio accreditato presso il Servizio Sanitario Nazionale che attesti il risultato negativo di un test molecolare PCR (tampone) sostenuto non più di 48 ore dall’ingresso in Russia; non vi è obbligo di quarantena per gli stranieri in ingresso nella Federazione.
  2. al rientro in Italia vi è l’obbligo di informare le Autorità Sanitarie regionali all’arrivo e di sottoporsi a dieci giorni di isolamento fiduciario, al termine dei quali occorre sostenere un nuovo tampone, dal cui esito negativo dipende la fine del regime di quarantena (salvo deroghe, illustrate presso questo link al sito del Ministero della Salute).